Una simpatica storia di tenacia musicale dei nostri giorni

Così Francesco è diventato la stella del coro

Canta nei Wiener Sängerknaben da due anni Ha fatto tutto da solo, quando aveva otto anni

di Adina Agugiaro 20 ottobre 2013

PADOVA

«Sono un bambino italiano di 8 anni, mi piacerebbe tanto far parte del The Vienna boy’s choir. Vi mando il numero di cell della mamma, se vorrete rispondere». Qualche giorno dopo – erano i primi d’ottobre di due anni fa – in casa Simonato alla periferia di Padova squilla il cellulare della signora Elena: «Buonasera, sono Manolo Cagnin, direttore del Wiener Sängerknaben: è il suo bambino che vorrebbe entrare nel nostro coro? Gli potremmo fare un’audizione a novembre». Pare l’inizio d’una fiaba classica, sono le prime battute d’un odierno miracolo di passione e tenacia infantili.

Francesco Simonato, nella sua divisa bleu con tanto di cappello che lo rende simile ad un ufficiale di marina in miniatura, sottile come un giunco, il volto affilato ed i lineamenti eleganti da piccolo principe, sorride raccontandoci «come sono andate le cose». Ancora assonnato per il viaggio aereo che lo ha riportato a casa per qualche giorno dopo un mese e mezzo di tournée in Cile e Brasile. «Alla mamma non avevo detto nulla perché temevo non mi desse il permesso. Ma dopo aver visto il film “Silk road, la vita del The Vienna boy’s choir” che Marina Malavasi, nostra insegnante di canto al conservatorio Pollini di Padova ci aveva proiettato ad un camp di settembre alla scuola Vivaldi, mi era nato dentro un sogno che non svaniva. Così, dopo aver cercato e rintracciato su internet la mail della segreteria viennese del coro, mi sono detto: proviamo…». Non è un piccolo genio alla Mozart, Francesco Simonato. Ma un ragazzino dotato di singolare talento per la musica, tenace nell’individuare i progetti che lo interessano e competitivo nel tagliare per primo i traguardi rispetto ad avversari di età ben maggiore. Un vincente nato non per un vezzo del destino, ma per coraggio e grinta personali. Neppure un secchione.

Tant’è che all’appuntamento di novembre si presenta con i postumi d’una frattura al braccio dovuta ad uno scontro tra avversari durante una partita dei pulcini del calcio Padova. Non ha esitazioni, quando gli chiediamo i punti salienti del suo breve quanto intenso curriculum vitae: «sono nato a Padova nel febbraio 2003 ed ho un fratello maggiore, con cui a 7 anni ho partecipato al progetto Violinolandia, sponsorizzato dal Comune di Padova e dal Pollini : classificandomi primo su 50 candidati all’esame d’ammissione al conservatorio. Ho capito di avercela fatta quando qualcuno della commissione ha osservato: ha carattere, il bambino. A me pare d’essere sensibile perchè intuisco i sentimenti degli altri. La mamma, accortasi che il Pollini cercava anche elementi per il coro, mi ha tentato: ci provi? Ho fatto un’audizione con mio fratello ed entrambi siamo stati reclutati per un impegno di 4 ore settimanali. All’inizio ero spaesato, non sapevo leggere una nota, poi è andata meglio. A due anni di distanza, nel camp alla Vivaldi, quel video sui Wiener Sangerknaben, che mi ha rivoluzionato la vita…».

Ricevuto l’invito, la mamma ha chiesto consiglio alla maestra Malavasi, che le ha risposto: «Per un bambino essere chiamato al Wiener è come ricevere un’offerta d’ingaggio dal Barcellona calcio. Difficile poi che si realizzi, ma Francesco con le sue qualità è l’unico che può provarci». Si emoziona ancora il piccolo cantore, ricordando il ponte di Ognissanti di novembre 2011 e l’audizione a palazzo Augarten, sede del collegio nel cuore di Vienna: «Alla presenza del direttore artistico Gerard Wirt e del maestro veneziano Manolo Cagnin ho cantato l’Ave Maria di Schubert ed improvvisato altri pezzi; poi ho suonato il violino, perché conoscere uno strumento è condizione indispensabile per essere accettati. Al termine gli esaminatori mi hanno invitato a trascorrere un mese di prova a Klagenfurt , sede estiva della scuola, per essere ammesso a frequentare l’anno che precede l’ingresso definitivo alla Boy’s b Choir. Ero il primo bambino italiano dopo 70 anni, tutti gli altri erano viennesi o con genitori residenti a Vienna. Ad agosto, trascorso il mese in Carinzia, sono risultato primo in tutte le prove sostenute e dal primo settembre potevo iniziare la scuola, cui ero stato ammesso con un anno di anticipo».

Neanche un filo di nostalgìa di casa, Francesco? Un lampo di smarrimento gli accende i begli occhi languidi: «Ero solo, sì… anche se la mamma mi ha poi confessato che da dietro la recinzione del parco mi spiava per vedere come reagivo, se ero allegro. Durante i fine settimana, quando la scuola era chiusa, i compagni facevano a gara per ospitarmi ed il maestro Manolo mi ha assicurato che in poco tempo avevo imparato il tedesco meglio di lui in una vita». Una giornata-tipo? Come in tutti i collegi del mondo: dalle 7 di mattina alle 21 la sera, una serie di ore di canto, di violino, di studio, intervallate da pause-gioco e concluse la sera con lo sport e pochi minuti al cellulare con papà e mamma.

Terminata la scuola il 30 giugno ed assicuratosi una borsa di studio per i prossimi 4 anni, ecco Franzi ( il piccolo Francesco, è il suo soprannome) impegnato nella sua prima tournée d’un mese con il Wiener SängerKnaben sul lago di Lucerna «ospiti di un miliardario tedesco che inaugurava un centro benessere». Venti giorni di vacanza a casa e dal 21 agosto rieccolo di nuovo impegnato in una serie di esibizioni in Cile e Brasile. Da mercoledì 2 ottobre è di nuovo a Vienna, in partenza per una lunga tournée

negli Usa ed in Canada; con la serata clou dell’8 dicembre alla Carnegie Hall di New York: e lì suonerà il violino da solista.

Torneresti a Padova, Francesco? «Mmmhhhh …». Da grande farai il pompiere o il musicista? «Sarò un violinista ed un cantante» Ce la farai, piccolo grande uomo.

Una simpatica storia di tenacia musicale dei nostri giorniultima modifica: 2016-06-11T13:42:10+02:00da genlnfnoale
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