Ricordo della Prof. Stefania Jienescu

Riportiamo due ricordi della Prof. Stefania Jienescu, insegnante di pianoforte al Conservatorio Pollini di Padova, che negli ultimi anni ha collaborato con l’associazione per i percorsi musicali degli allievi del Corpo Filarmonico. La Professoressa è mancata il 28 giugno 2016, i funerali si sono svolti il 1 luglio.

foto stefania

Ricordo di una famiglia dell’Associazione

  • Con queste poche parole non possiamo riassumere la storia di 25 anni di vita a fianco di una persona  che abbiamo conosciuto come insegnante di pianoforte di Francesco ma che (come era solita dire lei) è diventata la “madre musicale” dei nostri 4 figli.
  • Ha messo a disposizione  la competenza, la dedizione, la fedeltà , la passione per la musica e per l’educazione aiutandoci non solo nel percorso di formazione musicale  ma anche educativo dei nostri figli
  • È sempre stata vicina e ha condiviso le scelte a volte difficili , a volte impegnative , a volte “entusiasmanti” che abbiamo fatto per e con i nostri figli dimostrando capacità insolite di intelligenza educativa e di fedeltà
  • Negli ultimi anni ha accompagnato  Roberta (che ha conosciuto in tenera età quando accompagnavamo Francesco  in conservatorio) , condividendo le nostre preoccupazioni e il nostro impegno per il suo progetto di vita mettendo a disposizione della sua formazione musicale  e della sua promozione umana,  in modo del tutto gratuito il suo tempo, la sua casa, la sua enorme esperienza e professionalità di insegnante e musicista ma soprattutto il suo “pensiero”: si è veramente presa cura (I CARE diceva don Milani) di lei pensando un percorso possibile, dignitoso,  ma anche di VALORE MUSICALE …
  • Ha aiutato in modo del tutto disinteressato e silenzioso (come ha fatto sempre in tutte le situazioni anche di vita quotidiana) l’inserimento di persone disabili nei i percorsi musicali nel nostro paese sia direttamente che affiancando gli  insegnanti
  • Una donna con una grande intuizione, amica  fedele e sincera, persona trasparente  (e questo spesso non l’ha aiutata nelle relazioni umane ),   capace di entrare in comunicazione con  la persona , riconoscerne le capacità e i limiti, ma capace di mettersi a disposizione per  dare una mano (non solo per insegnare musica..)
  • Per questo forse ha condiviso anche la preoccupazione di noi genitori di figli disabili per il DOPO DI NOI e non è mancato fino all’ultimo il suo sostegno morale e materiale al progetto che abbiamo promosso a Noale come Associazione Genitori de La Nostra Famiglia (una casa famiglia per persone disabili adulte che non possano più vivere in famiglia o che non abbiano più una famiglia)
  • Stefania è stata per noi un punto fermo, una sicurezza che ora è venuta a mancare. Rimane quello che ha dato ad ognuno di noi e alla comunità .

 Ricordo degli ex allievi del Conservatorio

Ci sono persone in grado di lasciare segni indelebili nelle vite degli altri, segni profondi come solchi, a volte anche scomodi, meravigliosamente complicati, forti come pugni nello stomaco ma allo stesso tempo infinitamente teneri, e dolci.

Se fingiamo che esista la categoria delle persone davvero impossibili da dimenticare, credo che l’abbia inventata proprio Stefania, e che se ora ne stia lì, in prima linea. Conoscendola, probabilmente sta anche dicendo agli altri dietro di lei che cosa fare, come stare in fila per bene e ordinati! Stefania Jienescu per i suoi allievi era molto, molto più che un’insegnante di pianoforte.

Siamo stati davvero molto fortunati. Come non ricordare i pomeriggi e le domeniche a suonare a casa tua, sul tuo pianoforte… le tue doti culinarie con cui ci coccolavi dopo le fatiche sui tasti… il tuo sorriso aperto, vero, e quella risata fragorosa che faceva vibrare le pareti di una stanza… il terrore che aleggiava in aula 1 e faceva zittire tutti quando aprivi la porta di scatto… le tue improbabili lezioni di abbigliamento, di calligrafia e di grammatica italiana… e Stefania, scusa se te lo diciamo solo ora , ma non è mica tanto vero che pronunci bene le doppie!!

La sua forza era straordinaria, così come l’onestà intellettuale, e la profonda generosità. Ti inondava la vita, rompendo spesso anche gli argini della cosiddetta “giusta distanza”. Ma esiste davvero una dose indicata per la dedizione al lavoro e per l’abnegazione? Si può definire una corretta misura dell’amore? Non ne sono tanto sicura. So invece che con questa leonessa si litigava spesso, molti rompevano i rapporti, qualcuno ritornava, altri si sono proprio persi in quel turbine, a volte davvero incontrollabile. Ma sono convinta che chiunque abbia avuto la fortuna di conoscerla ha potuto riconoscere delle qualità veramente preziose, e fuori dal comune.

Quello che auguriamo a tutti, ma soprattutto alle nuove generazioni, è di incontrare almeno una volta nella vita qualcuno come Stefania. Qualcuno con il coraggio di lottare, sempre, per quello in cui crede, anche a costo di farsi dei nemici. Capace di rompere le barriere del silenzio per dire le cose come stanno e se necessario che vi costringa contro il muro, perché qualche volta solo sbattendoci la testa puoi alzarla davvero, e guardare al di là. Qualcuno che veda sempre di fronte a se’ non un semplice studente, o un collega, ma una persona, completa, con una famiglia, desideri, problemi e debolezze. Qualcuno disposto a fare ben oltre il dovuto e ad aiutarti non con una mano ma con tutta se’ stessa, senza esitare nemmeno un secondo.

Facciamo questo augurio al Conservatorio e a tutte le scuole dove si formano non solo i musicisti o gli ingegneri di domani, ma le coscienze, le menti, i cuori, le scelte che verranno dopo di noi: possiate avere l’onore di accogliere a braccia aperte qualcuno come Stefania, e se possibile, di non lasciarla sola. Perché forse un sentimento comune a molti di noi è il pensiero di non essere riusciti magari a starle più vicino, ad andarla a trovare o ad alzare finalmente quella cornetta del telefono che stava lì, da un po’, a suggerire un saluto. Non ci sono risposte, forse può restarci un invito a fare quello che desideriamo intimamente, e non a pensarlo soltanto. Sono solo parole, certo, ma sta di fatto che oggi è sempre molto meglio di domani per dire a qualcuno ti voglio bene oppure grazie.

Personalmente, come penitenza ho deciso che per un bel po’ non dirò più a nessuno SALVE perché si dice buongiorno o arrivederci, e tantomeno OK, perché si dice VA BENE. Quindi, anche se non va tanto bene, Stefania, perché non ci sei più, noi raddrizziamo bene le spalle, mettiamo i nostri vestiti migliori e ci stringiamo tutti al tuo ricordo. Ti mandiamo un grazie senza confini e naturalmente …ARRIVEDERCI.

Ricordo della Prof. Stefania Jienescuultima modifica: 2016-07-11T01:21:04+02:00da genlnfnoale
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