testimonianza e riflessione sul Campo Famiglie 2010

Molti dicono che per la gente di un quartiere povero come il nostro (perifería nord di Montevideo) sarebbe importante entrare in contatto con realtá belle come quelle del mondo piú “civilizzato”: l’arte italiana, il progresso degli Stati Uniti, la grandezza del Brasile o piú semplicemente un liceo del centro di Montevideo e l’educazione dei suoi alunni. Puó essere vero, ma se il mio vicino non sa aprezzare la bellezza di un campo di calcio improvvisato, di un bambino che invita un amico senza tetto perché sia ospitato nella sua baracca – con il consentimento di chi gli fa da padre o madre -, la forza di chi sa sopravvivere senza una speranza per il domani… (cose tutte a sua disposizione ogni giorno), non saprá nemmeno apprezzare le “realtá belle” del mondo che sembra non appartenergli.


Allo stesso modo, c’é chi vive in una realtá privilegiata e non é contento, vorrebbe sempre di piú per raggiungere quella felicitá che solo sogna e non sa trovare: non sa apprezzare quello che ha, vorrebbe quello che non ha, disprezza, come povera arma di difesa, chi no ha saputo arrivare o semplicemente non é al suo livello.


L’estate scorsa ho partecipato a un campo famiglie con la presenza di molte persone disabili. Personalmente, lo spettacolo musicale che soprattutto i bambini, disabili e non, hanno allestito per l’ultima serata é stato il simbolo del campo. Tutti noi che abbiamo assitito, partecipato e visto questo spettacolo sulla vita di Don Bosco, ci siamo divertiti, emozionati, sbalorditi come se fossimo stati davanti alla migliore orchestra che si esibisce alla Fenice. Non credo che il primo violino della Fenice abbia piú arte musicale di chi percuoteva i cembali, marcando perfettamente il tempo, in quella serata di Spiazzi. Ha solo possibilitá diverse. Ma le due persone sono uguali, con uguali possibilitá di meravigliarsi e meravigliare, di apprendere e insegnare, di amare ed essere amate…


Dice Raniero La Valle riferendosi alla proclamazione dei diritti umani: “Se prima (del 1945) il pensiero della disuguaglianza aveva fondato il dominio, ecco che ora veniva proclamata l’eguaglianza. In tutta la storia, fino a Hegel, a Spencer, a Nietzsche, a Croce e perfino nel dizionario francese Larousse e fino a Hitler, era stata teorizzata la disuguaglianza per natura degli esseri umani, la differenza tra popoli della natura e popoli dello spirito, tra spagnoli ed indios, tra razze bianche e nere, tra forti e deboli, tra maschi e femmine, tra uomini e no. Ed ecco che nel 45 eguaglianza e unità di tutta la famiglia umana vengono proclamate come principi generali e universali e come tali entrano nel diritto”. Grazie a Dio l’uguaglianza é riconosciuta (almeno per principio) dalla legge: solo l’amore la puó fare apprezzare in tutte le sue sfacettature; solo cosí il diritto diventerá un fatto.

Francesco Bottacin

testimonianza e riflessione sul Campo Famiglie 2010ultima modifica: 2011-03-25T08:31:32+01:00da genlnfnoale
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